“Il mercato di Camden si sta pigramente svegliando: pochi turisti
(per fortuna) e gli artisti dello stree food già alle prese con cipolle,
avocado e ogni altro ben di Dio che si possa concepire. Adoro questo posto.
Anzi,
credo che sia quello che mi piace di più al mondo.
È uno dei pochi in cui mi
perdo, in cui la testa smette di pensare e si lascia andare alle così tante
voci, ai così tanti profumi, ai così tanti colori.
Ci sono volte in cui mi
piazzo in un angolo, di solito vicino alle scale che portano nella parte
sottostante il mercato e mi fermo a osservare le persone che consumano i loro
pasti sulle sdraio che qualche genio del marketing ha piazzato lì.
In quei
momenti mi perdo a pensare a tutte queste vite, a tutte queste persone che
vengono da chissà dove e che chissà dove andranno. E a Camden, che se ne sta
lì, con le sue bancarelle, giorno dopo giorno, ad aspettare altre persone, a
cucinare altro kebab, a vendere altra cianfrusaglia che oggi sembra bellissima
e che domani finirà in qualche cassetto, sotto le posate che non si usano più.
Quando sono triste, vengo qui.
Quando cerco ispirazione,
vengo qui.
Quando sono contento, vengo qui.
Penso che ognuno di noi dovrebbe
trovare il proprio posto magico, nel quale rintanarsi quando ha bisogno di
stare solo con se stesso.”
(Cit., La Parola Magica. Paolo Borzacchiello)
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