Beltane e altri misteri







Giardino dell'Orco
Lago d'Averno
Pozzuoli
Napoli





Grotta della Sibilla e Tempio d'Apollo
Mettevi comodi, vi racconto una storia

Domenica 29 maggio 2012.

Lago d’Averno, Pozzuoli - Napoli.


Beltane e altri misteri.


Lo avevamo chiamato il “ponte del 1° maggio” e il fatto che ci fosse di mezzo la parola ponte doveva farmi riconoscere il presagio.

Una scappata a Napoli, per stare in famiglia. Diventato un piccolo, misterioso viaggio. Un viaggio nel viaggio.

Mia sorella Saria - Le Rò - espone i suoi lavori in Raku, singolare ceramica giapponese, al Mercatino di Artigianato al Giardino dell’Orco (Lago d’Averno).

Ogni oggetto fatto a mano ha una sua storia, fatta di passioni e di maestria.

C’era scritto così sull’invito al Mercatino che girava in rete nei giorni scorsi. E mi è piaciuta l’idea: compri un oggetto e il suo passaggio di luogo in luogo fa la sua storia più intricata e complessa.

Allora si sta lì tutto il giorno, all’aperto, a fare anche il PicNic.

Fiori d’arancio, bianco, arancio e verde tutto intorno.
Voci leggere di chi riposa al sole.
Grida di ragazzini che giocano a pallone proprio accanto a Frankenfisch, di Vincenzo Maione.

Siamo nel pieno della Settima Edizione di “Bussate alla porte degli inferi”.
Overo: il lago vi incanterà con le sue storie, le sue tradizioni e la sua gente.

Ecco.

Quando ho visto il manifesto del progetto che ha portato Vincenzo a realizzare quest’opera, un pesce mutante in legno e materiale riciclato, tutto si è fermato per un secondo e ho compreso di essere in un luogo e in un tempo sacro.

Il lago - il luogo - giace in un vulcano spento. I greci l’avevano chiamato Avernum. Su una sponda, quello che resta del tempio di Apollo, sull’altra la Grotta della Sibilla. Antico sito di culto, dei morti, dell’inferno, delle profezie.

Domani - il tempo - è l’ultimo giorno del mese di aprile. Calendimaggio, anticamente Beltane. I nostri antenati aspettavano la vigilia di maggio per festeggiare la rinascita, la rigenerazione. Chiedevano, ballando tra devozione e rito, alle streghe, ai morti, ai loro avi di lasciar posto alla vita, alla luce, alle essenze della Terra e della Natura ormai risvegliate dall’inverno, pronte ad esplodere nei colori e nei sapori dell’estate.

 

Sono le tre del pomeriggio, andiamo a vedere se si può visitare la Grotta della Sibilla poco distante dal Giardino.
Il vialetto che porta alla porta d’ingresso della Grotta è buio d’ombra di castagni, ginestre e pini marittimi.

Nonna Lucia dice meglio non inoltrarsi. Io non resisto. Procedo con al seguito Erica, Gaia e Alessandro.

Il tratto è breve.
Il cancello è chiuso.

Restiamo affascinati dal bagliore dei verdi e inchiodati davanti al nero dietro le sbarre del cancello di Sibilla.
Urliamo! Si urliamo!

Sibillaaaa? Sibillaaaaa?

Niente.
Zero risposta. Eppure è un silenzio divertito.

Magari è li che ride.

Come volete ch’io vi risponda.
Sono si immortale ma sì raggrinzita dal tempo che nemmeno mi si vede.
Nondimeno accolgo i saluti vostri, bella, piccola congrega.
Che cielo e stelle assistano il vostro passaggio in queste terre.

Al prossimo tramonto

Mi è venuta in mente la mia Amica Rita, e i nostri pomeriggi in cerca di risposte che Sibilla ha scandito a ritmo di vento.

Torniamo al Giardino.
Erica gioca con la Terra.
Cantiamo le canzoni di Peppe Barra e facciamo la vendemmia con le arance.
Aspettiamo il tramonto.
Che bella giornata.
È la nostra Beltane.

Prima di andare acquisto una piccola tazza in Raku che riporta una citazione di Orazio “nullus in orbe sinus Baiis praelucent amoenis”

Ora che sono a casa ci ho trovato dentro una buccia di arancia e le domande di sempre. Ma sento di essere parte di un processo, di essere io stessa un ponte con le origini.

Se resto in ascolto, in contatto, con la sostanza silenziosa della mia mente-cuore, il destino mi sembra una faccenda leggera.
Gli antenati sopravvivono intenti a tessere le tele necessarie. Non c’è motivo di preoccuparsi ancora.


Un filo mi tiene legata a Sibilla, alle mie radici e a questo viaggio che non finisce qui.

Se vi va, vi aspetto al prossimo tramonto.

Maria Bonelli
 
P.S. Non è trascorso molto tempo quando Antonello mi propone: metà maggio, seminario del più importante insegnante francese della tradizione kagyupa del buddhismo tibetano. Lama Denys Rinpoche sarà in Umbria, e precisamente Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
E dai. Che coincidenza! Fosse che andiamo fin lassù e la incontriamo?



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